Londra on my mind
Archiviata la mia estate senza troppe pretese, mi sono ritrovata a convivere con la mia unica ossessione: viaggiare. Da un po’ di tempo avevo smesso di considerarla per paura di perdere di vista tutto ciò che nella prospettiva della vita concreta stava cambiando: non potevo assecondare i miei desideri se non sapevo neanche dove sarei stata da qui ad un’ora.
Trovata la calma (apparente) dei giorni quotidiani spesi in ufficio dalle 8,30 alle 18,15 ( se non vi rispondo a telefono è solo per questo motivo), ho ripreso a fantasticare su dove pensare di andare una volta che nelle mie tasche fosse arrivato il mio primo stipendio. Il mio ultimo viaggio serio è stato a Londra e devo ammettere che il desiderio di tornarci è forte.
Andare a Londra per me ha significato tante cose. Da buona adolescente mezza nerd di inizi terzo millennio, per i 18 anni chiesi di andare a Londra: non ci volevo andare per sparaflasharmi duecento selfie all’epoca dei non selfie o per sgattaiolare da una stanza all’altra di sconosciuti per caso; io volevo andare a Londra per studiare ( e qui vi rendete conto che non sono stata un’adolescente tanto allegra).
Il mio sogno era perfezionare l’inglese in un College a Londra: solo tre anni dopo il mio inglese si perfezionò a Barcellona con le mie lovely coinquiline inglesi , Lisa e Julie (I love you Girls!). Io di andare a Londra ne ero così affascinata e attratta che non sapevo più cosa inventarmi per convincere i miei a farmi andare nella Capitale Britannica. I miei buoni auspici svanirono subito: non fu la mia pagella a vietarmi di andare a Londra, né il mio comportamento. Fu Bin Laden: non ho mai capito se mio padre aveva dei contatti con lui o se avesse la sfera di cristallo che gli suggeriva le cose in anticipo, ma sta di fatto che nel periodo in cui io sarei voluta andare a Londra ci fu il grave attentato in metropolitana.
Tre anni dopo sbarcai nella mia amatissima Barcellona e ogni volta che ho avuto l’occasione mi sono rifugiata tra le sue braccia: la libertà, la leggerezza e la pace che riesce a darmi questa grande città sono impagabili. E poi è stata la volta di Berlino, di Parigi e alla fine…alla fine arriva Londra.
Londra l’ho desiderata e voluta ( parlo come se fosse una figlia): è stato il mio viaggio, il viaggio fatto con i soldi della liquidazione del mio lavoro ( ho lavorato tutta l’estate) ed è stato il viaggio che ho scelto, programmato e vissuto minuziosamente. Io a Londra le voglio proprio bene, insomma: me la sono goduta tanto da scegliere un appartamento a Notting Hill( prossimamente un post), ho camminato tanto fino a farmi uscire le bolle ai piedi e ho beccato anche bel tempo ( e scrivere bel tempo quando sei napoletana è veramente ardua).
Tutto arriva a chi aspettare si dice e per una tipa come me che preferisce farsela a piedi piuttosto che aspettare l’autobus, Londra è stato un vero parto gemellare e non voglio ancora fermarmi ad ammirarla: voglio gustarmela come una copetta di gelato, con il cucchiano che affonda fino all’ultima parte di gelato e la mia lingua avida pronta ad assaporare.
E se anche voi non volete rimanere a bocca asciutta vi consiglio di dare un’occhiata ad i voli su Londra prima che non sia troppo tardi.

About friariella
Travel blogger per caso, Napoletana per scelta. Sono un'intalliatrice agonistica e campionessa mondiale di aperitivi e bis. Mi piace viaggiare low cost, amo la buona musica e di ogni festa divento il giullare.