Museo da toccare: la Sala Dai a Napoli
Raccontare di Napoli sotto una veste nuova è quello che mi sono posta come principale obiettivo di questo blog: voglio raccontarvela senza se e senza ma, senza cedere ai classicismi ed agli stereotipi, senza cadere nelle congetture. Dalla collaborazione con IgersNapoli e per la mia rubrica #AltraNapoli questa volta vi racconto di quanto l’arte a Napoli possa arrivare a tutti, anche alle persone diversamente abili, perché se c’è una cosa che mi rende fiera di essere napoletana è la sensibilità del nostro dna.
L’arte di…saper raccontare
Quando sono partita per il mio primo blogtour ho avuto modo di conoscere diverse persone, tra cui Christian di Blog di Viaggi: un matto scatenato che ha fatto il giro del mondo e ha vissuto in tantissimi Paesi. Una sera ci siamo fermari a parlare di Napoli ed io, come il mio solito, ho spiegato di quante cose ci sono da vedere e di quanto poco se ne parli. Gli ho menzionato il Cristo Velato e con enorme sorpresa mi ha detto di conoscere questa opera. Sono rimasta basita: un viaggiatore giramondo come Lui non poteva non, almeno, conoscere il Cristo Velato. Dopo essermi ripresa dallo stupore ho iniziato a raccontargli delle mille Storie della Cappella San Severo ed in poco meno di cinque secondi Cristian guardava estasiato la foto della statua.
Ricordo ancora le sue parole “Non sapevo che a Napoli avevate una meraviglia del genere”, ed io ricordo che con occhi pieni di orgoglio gli ho spiegato che la straordinarietà di questo luogo non stava solo nella bellezza dell’opera ma anche nelle attività che ruotano intorno alla Cappella San Severo.
La Cappella San Severo
Della Cappella San Severo avrò modo di parlarne in un post appositamente dedicato ma è bene farne una presentazione. Questa chiesa sconsacrata è l’emblema del barocco Napoletano: situata nel centro storico ed a pochi passi del Monastero di Santa Chiara, la Cappella San Severo è famosa in tutto il mondo per la statua del Cristo Velato. Si tratta di un’opera dello scultore napoletano Giuseppe Sanmartino sul bozzetto in terracotta realizzato da Corradini. L’attenzione minuziosa ai particolari della statua hanno creato nel corso dei secoli il proliferarsi di leggende sulla statua e sulla figura del Principe di San Severo.
Per la straordinarietà artistica e per la conservazione dell’opera, la statua è posizionata al centro della sala con delle transenne che delimitano lo spazio tra il visitatore ed il Cristo. Misure di sicurezza chiaramente, ma che non permettono al visitatore diversamente abile di scoprire l’opera d’arte in questione: gli ipovedenti non possono ammirare la straordinarietà dell’opera se non possono toccarla.
“A volte anche dei no, detti alla persona giusta, diventano dei si per tutti”
Questa frase è stata scritta da Simona Aztori, ma tutti quanti sappiamo chi è
Simona è una ballerina e pittrice che è nata senza braccia, ma della sua vita ne ha fatta una vera propria opera d’arte. Quella frase è l’ultima frase dell’articolo che racconta come Fabrizio Tagliaferri, scultore ipovedente, abbia realizzato la sua interpretazione del Cristo Velato che è stata poi esposta in occasione della Giornata Mondiale del Braille alla Cappella Sansevero: il 19 Febbraio 2013 il complesso museale è stato visitato esclusivamente da persone diversamente abili che hanno potuto toccare l’opera di Tagliaferri.
A Napoli, però, non è l’unica realtà museale aperta a mostrare a tutti l’arte.
La Sala Dai a Napoli: vietato non toccare
Ho fatto un giro sul web per cercare di capire come fosse andata a finire questa iniziativa che, come tutte le cose straordinarie, sono fatte per rimanere tali: stra-ordinarie, fuori dall’ordinarietà e destinate a rimanere sepolte tra cumuli di burocrazie e fondi mai visti. Dal portale di Napoli Città Sociale ho appreso invece che esiste un progetto attivo dal 2007 che prende il nome di Sala Dai.
La Sala Dai a Napoli è un progetto volto a sovvertire le dinamiche museali formali: i visitatori sono liberi di toccare tutto ciò che è in esposizione, perché è tutto pensato ed ideato per quelle persone diversamente abili, come soggetti affetti dalla sindrome di down, sordomuti o ipovedenti. Oltre ad un modellino del Palazzo Reale creato appositamente per i visitatori ciechi, nella Sala Dai a Napoli è possibile ammirare e toccare utensili provenienti da epoche antiche, ascoltare e vedere video esplicativi con traduzione in LIS ( Lingua Italiana dei Segni).
Ho deciso di scrivere questo post su questa realtà educativa perché i numeri riportati nell’articolo di Napoli Città Sociale sono “allarmanti”: ad oggi poco più di 60o utenti non vedenti e 70 utenti non udenti hanno avuto modo di visitare e di usufruire della Sala Dai. Se l’arte è di tutto anche le strutture devono essere comunicate per tutte: vi chiedo, quindi, di condividere questo articolo affinché tutti possano avere la possibilità di sentirsi un comune cittadino.
Per maggiori informazioni vi ricordiamo che la Sala Dai si trova nel piano terra del Palazzo Reale: è aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 14, ma chiusa solo il mercoledì; potete contattare l’ufficio di competenza allo 0815808320, 0815808316 o via mail info.daipalazzorealenapoli@beniculturali.it.

About friariella
Travel blogger per caso, Napoletana per scelta. Sono un'intalliatrice agonistica e campionessa mondiale di aperitivi e bis. Mi piace viaggiare low cost, amo la buona musica e di ogni festa divento il giullare.
Grazie mille per avermi menzionato! Prima o poi questo Cristo Velato lo vengo a vedere 🙂 Viva Napoli!!
Ma non solo questo! C’è ancora tanto da vedere!