Un weekend in barca a Venezia con Bluewago
Mettete 10 blogger, un weekend in barca a Venezia e Bluewago: scoprirete cose che voi umani non potete immaginare.
[Scherzo ovviamente]
Se dovessi iniziare a raccontare cosa è successo lo scorso weekend in barca a Venezia ospite di Bluewago partirei da questa foto. I miei capelli rossi, gli occhiali marsala (scusate se ho gli occhiali edizione limitata con il colore del 2015!) sono subito riconoscibili anche ad un primo sguardo fugace: un esempio chiaro di quello che sono stati questi due giorni. Sì avete capito bene: mi sono fatta riconoscere e di certo non è una novità. Già una che si chiama Friariella non passa inosservata, metteteci una serie di sfighe senza senso e tanta autoironia ed il gioco è fatto.
Pause. Ripartiamo dall’inizio.
Bluewago chi è?
Sono stata contattata dal team di Bluewago qualche mese fa chiedendomi di condividere il loro progetto. Nonostante non sia tra i blogger più famosi in Italia in ambito travel si sono incrementate negli ultimi mesi mail di collaborazioni o presunti tali dove ti chiedono cose strane e poi spariscono. Ho accettato di collaborare con Bluewago perché sono un’amante del mare, perché credo nelle imprese fatte da giovani e perché credo nell’innovazione.
Bluewago nasce come successore di Barcheyacht, portale dedicato non a caso al noleggio di Barche e Yacht. Stessa funzione si ritrova anche in Bluewago espandendo l’offerta e arricchendo il servizio con la community di local expert, tra cui la sottoscritta.
#Enjoytheblue: 50 sfumature di mare.
“Sì magari!” ho pensato non appena aver letto l’hashtag del weekend. Ad inchiodarmi verso altre sfumature di blu: quelle dei medicinali con i quali da dieci giorni cercavo di sconfiggere la mia brutta influenza, tentativo fallito con bronchite e 10 giorni a casa.
Le prime cose che ho messo in valigia sono stati medicinali, pacchetti di fazzoletti e trucco: mica potevo sembrare malata in barca a Venezia? Ma poi una Napoletana 100% sangue azzurro messa ko da una “banale” influenza? Mai. Illusa.
A Venezia ci ero stata per la prima volta nel 2011 ma solo per una notte, in fuga da me stessa e da un periodo di caos calmo apparente: mi accolse la pioggia, quasi a voler lavare la testa dai miei pensieri. Questa volta un timido e leggero tramonto mi ha dato il benvenuto in laguna.
Un’atmosfera sospesa quasi a presagire la sensazione che per due volte mi ha regalato questa città a sua volta sospesa sul mare. Venezia è l’emblema dell’illusione, della bellezza e dello sfarzo: maschere in ogni dove, sfarzo nelle barche che girano tra i bordi delle case ed eleganza dei suoi lunghi ponti.
Venezia è l’illusione: l’illusione di andare a viverci ( gli affitti sono altissimi, oltre al fatto che non è possibile girare in auto se non in taxi salatissimi), l’illusione dello sfarzo del Festival del Cinema, l’illusione che sia una. Sì Venezia non è una città, ma l’insieme di isole battezzate con un unico nome.
Ho pensato a quante sfumature potesse assumere Venezia: una parola molto inflazionata nell’ultimo periodo ma che assume un giusto ruolo all’interno di questo racconto. Venezia dei fasti, Venezia del mare, Venezia del Mose, Venezia dei mille turisti, Venezia del conducente del vaporetto che decide democraticamente di non farmi scendere senza motivo.
Ho dormito in barca a Venezia per la prima volta, sospesa tra le ombre della Laguna ed il cullare del mare, rinchiusa in una botte sovraffollata di racconti e di amanti del mare. Il mio, il tuo, il nostro mare non fa ricatti e non ha sospetti: rassicurante, cantastorie ed amico, così lo abbiamo concepito alla fine noi della Hubby di Bluewago, sospesi nell’illusione eterna di Venezia.

About friariella
Travel blogger per caso, Napoletana per scelta. Sono un'intalliatrice agonistica e campionessa mondiale di aperitivi e bis. Mi piace viaggiare low cost, amo la buona musica e di ogni festa divento il giullare.