Non siamo alberi siamo persone
Era aprile 2009 quando lasciai Barcellona. Non lasciavo solo la città che mi aveva fatto da madre durante il mio Erasmus, lasciavo tante cose e tante persone che per me erano diventate irrimediabilmente importanti. Era la prima volta che facevo i conti con i distacchi e con le partenze: i miei amici c’erano sempre in quell’ecosistema di emozioni forti. Il tempo passava e si moltiplicavano i miei ” E adesso?” “Come farò senza di loro?”
Quando man mano iniziarono a andar via ricordo che per me fu un atroce supplizio: piangevo così tanto che un signore in metro vedendomi disperata mi chiese se poteva fare qualcosa per me. Da quel momento in poi ho capito mi sono imposta di non salutare più nessuno quando vado via da qualche città.
Paura di perdersi. Paura di lasciarsi incastrare dalle distanze, dagli impegni e dalle cose frivolezze. Perdersi per dimenticare cosa è stato. Perdersi per paura di affrontare. Sono sempre un po’ queste le scuse che si accantonano quando c’è un distacco, o no?
Dietro a un miraggio c’è sempre un miraggio da considerare,
come del resto alla fine di un viaggio
c’è sempre un viaggio da ricominciare.
Me la canticchio sempre questa canzone ogni volta che lascio una città: dopo Barcellona, ho lasciato Roma, poi Napoli, poi Urbino, poi di nuovo Napoli, Barcellona e Roma e adesso sono a Reggio Emilia in attesa di capire quando la lascerò. Di distacchi ne ho collezionati tanti e ognuno è stato intenso a modo suo: di quella primavera del 2009 le persone più importanti sono rimaste, sebbene lontane chilometri, sebbene non ci vediamo da anni; ebbene sì quelle stesse persone così importanti sono rimaste ancora per me importanti e ancora per me presenti. Il segreto è proprio questo: chi vuole resta per sempre, perché certi legami, certi nodi rimangono stretti a doppia mandata e rimangono a galla nonostante le tempeste.
Ma tante volte mi fermo a pensare: cosa sarebbe successo se fossi rimasta? Come sarebbe andata se questo lento pellegrinaggio si fosse arrestato? Da qualche parte ho letto una frase che dice
Noi umani non abbiamo radici che ci legano al terreno, ma piedi e gambe per muoverci
Ecco io questa frase l’ho presa un po’ troppo alla lettera e tante volte, come stasera, mi fermo a pensare a cosa sarebbe successo se…E qui gli scenari si moltiplicano. Non siamo alberi ma siamo persone: quante volte nella solitudine di una stanza presa in ostaggio dalle mie malinconie avrei voluto essere a casa? Quante volte mi sono chiesta se questa solitudine aveva un vero senso? Quante volte invece la malinconia delle assenze ha preso così tanto il sopravvento da voler sbattere la testa contro il muro?
In tutti i miei spostamenti le persone che ho incontrato hanno lasciato un segno irrimediabilmente dentro di me: uno sguardo, un sorriso, una chiacchierata. Il tempo passa e chi vuole rimane, ma chi non c’è mi ha comunque donato parte del suo tempo che è il bene più prezioso. Ancora, non siamo alberi siamo persone: in questi anni ho capito che l’essere umano è un animale sociale e che, pertanto, non può rimanere da solo perché si nutre “degli altri”, della socialità, del rumore delle chiacchiere portate via dal vento, dallo schiocco di un bacio su una guancia, dalle urla tiepide di un litigio insulso.
Non siamo degli alberi siamo delle persone e non possiamo vivere da soli per sempre: anche chi come me non ha ancora trovato il terreno giusto per piantarsi è solo alla ricerca di qualcuno che sia in grado di convincerlo a fermarsi.
Quando domani ci accorgeremo che non ritorna mai più niente,
ma finalmente accetteremo il fatto come una vittoria.
Perciò partiamo, partiamo che il tempo è tutto da bere,
e non guardiamo in faccia a nessuno e nessuno ci guarderà.
Beviamo tutto, sentiamo il gusto del fondo del bicchiere
e partiamo, partiamo, non vedi che siamo partiti già?

About friariella
Travel blogger per caso, Napoletana per scelta. Sono un'intalliatrice agonistica e campionessa mondiale di aperitivi e bis. Mi piace viaggiare low cost, amo la buona musica e di ogni festa divento il giullare.
Ma che bello questo post, felice di averti ispirata 🙂
Speriamo che segua anche il tuo esempio!
Lo troverai quel pretesto 🙂
Abbraccio dal tuo siluretto in viaggio!
Mai dire mai: intanto mi godo il mio vagabondaggio!
See you soon Siluro!
Il vagabondaggio è la vera essenza dell’uomo. E le persone importanti restano, in qualsiasi parte del mondo si trovino o in qualsiasi parte del mondo andiamo a cacciarci noi!
Esatto! Tante volte le distanze dilatano le aspettative e le mancanze: chi vuole resta per sempre!
Ciao, sono la tua dolce metà sarda! Ajò in Sardegna a mettere radici :*
Ciao Amore!
Penso che in Sardegna mi fermano alla frontiera!