Emilia Romagna, Italia

Vivere a Reggio Emilia

Sei mesi due rapine: dove è il sogno del Nord Italia? Vivere a Reggio Emilia è come vivere in un’ #altraNapoli?

Friariella - Vivere a Reggio Emilia

Friariella – Vivere a Reggio Emilia

Ogni mattina prendo l’autobus per andare a lavoro. Entro, prendo la tesserina dell’abbonamento e l’appoggio alla macchinetta. Ripeto questo gesto da circa un anno. Nel ripetere quest’azione, quando alzo lo sguardo incrocio spesso lo sguardo di una Signora. All’inizio l’ho salutata qualche volta e abbiamo scambiato qualche chiacchiera; poi ha scoperto che sono Napoletana, che sono di Napoli Napoli e lei Totò lo odia, Napoli le fa schifo e ha smesso di salutarmi. Non ha smesso di controllare se io timbri ogni volta, così da mesi.

La “Signora” è reggiana puro sangue e lavora all’Azienda del Parmigiano Reggiano: insomma è proprio di Reggio Emilia. La mattina ormai ci rido su quando la vedo sbilanciarsi dal suo sediolino: controlla me, controlla anche le mie “compagne” di viaggio che sono tutte terrone come me.

L’altra sera alla presentazione di Italian Dreamtime al Festival del Turismo Responsabile Ita.cà, Denis mi ha chiesto “Ma tu da Napoli che ci fai qua?” me l’hanno chiesto tante persone negli ultimi anni ma questa volta non ho saputo rispondere. Reggio Emilia è categorizzata come città, ma non è una città: è un grande paese distribuito intorno alla Via Emilia, la strada che collega Piacenza a Rimini. Reggio Emilia è la città con il più basso tasso di disoccupati dell’Emilia Romagna. Reggio Emilia è la città dei Maramotti e di Pavarotti. Reggio Emilia è una città aperta a tutti, a volte anche a troppi.

Alla fine ho risposto “Sono qui per lavoro!” ripetendo l’alibi che mi sono creata da mesi. Sono a Reggio Emilia per lavoro, ma non sono qui per sempre, è la verità. Perché sì l’Emilia Romagna accoglie tutti, ma proprio tutti: ci sono gli immigrati (ne vedo di più ogni giorno qui a Reggio Emilia che a Lampedusa), ci sono tantissimi italiani figli degli immigranti e poi ci sono gli italiani con il sogno del grande e sicuro Nord.

“Una terra promessa, un mondo diverso, dove crescere i nostri pensieri” era il ritornello di una canzone di Eros Ramazzotti degli anni ottanta: ho pensato che questa forse poteva essere quello che pensavano un po’ tutti quando sono approdati al Nord, perché il Sud è pericoloso, il Sud fa schifo, al Sud c’è delinquenza. E l’ho pensato anche io, ma poi mi sono ricreduta.

Reggio Emilia un anno 2 rapine ed un tentativo di stupro.

Napoli 21 anni ed un tentativo di scippo andato a male.

Barcellona 2 anni nessun tentativo di rapina.

Roma un anno nessun tentativo di rapina.

Sono venuta Reggio Emilia per realizzare un sogno, quello di far andare avanti la mia carriera: mi sono ritrovata a cacciare i miei demoni. Sono andata via da Napoli perché non mi poteva offrire un futuro, sono in un posto che non mi può permettere di vivere tranquilla. Due episodi intervallati da soli sei mesi. Il primo di fronte al lavoro con una persona che ha tentato di violentarmi e poi di scipparmi la borsa; il secondo alla presentazione di un libro un ragazzo si è introdotto tra di noi e ha “pulito” una borsa di una ragazza e stava per pulire anche quella della mia amica.

Adesso ditemi dove è la terra promessa? Dove è il sogno del Nord? Non è il Sud che è fatto da gente disonesta, da ladri e da approfittatori? Forse anche Reggio Emilia è un’ #altraNapoli?

 

About friariella

Travel blogger per caso, Napoletana per scelta. Sono un'intalliatrice agonistica e campionessa mondiale di aperitivi e bis. Mi piace viaggiare low cost, amo la buona musica e di ogni festa divento il giullare.