Friuli Venezia Giulia, Italia

Fat Sand Bike a Lignano: quando una caduta ti svolta la vita

Cosa è successo dalla mia memorabile caduta mentre cercavo di fare Fat Sand Bike a Lignano con Bluewago? ( che fa anche rima) Ve lo racconto qui.

Friariella Sand Fat Bike a Lignano

Friariella Fat Sand Bike a Lignano

Ho preso il treno per andare a Lignano correndo come al solito. Il venerdì è sempre il mio giorno preferito fin da quando stavo alle elementari, perché poi il giorno dopo avrei visto mio padre all’uscita di scuola. Adesso che sono in ufficio la cosa un po’ diversa: il venerdì o è il giorno delle partenze o sono carica per una serata Bridget Jones ( che intenderci prevede pigiama, birra, divano e programmi trash).

Dicevamo, ho preso il treno al volo per Lignano. Mi ha lasciato a pochi centinaia di metri dalla stazione una collega, dicendomi “Sei la solita pazza! Sei sempre in giro”. Me l’avevano detto già altre venti persone entrando nel mio ufficio “Ma hai sempre la valigia pronta? Ma sei sempre fuori per il weekend? Ma spendi tutti i tuoi soldi in biglietti?” E sfoderando uno dei miei sorrisi migliori ho sostituito “Sì mi piace viaggiare” a “Saranno anche cavoli miei cosa voglio fare fuori da questo ufficio?”.

Tornando all’arco temporale delle cose, come da programma ho preso il treno fino a Bologna, ho preso la coincidenza per Latisana e sono arrivata a destinazione dopo circa 4 ore di viaggio e soli dieci minuti di ritardo. Troppo pochi per una come me che viene sempre additata allo stereotipo di Bridget Jones.

Avrei dovuto capire già da questo che qualcosa stava per succedermi e non era la solita storia.

Mi sono venuti a prendere alla stazione di Latisana e con la macchina ho raggiunto il mio Hotel. Nel frattempo, ho pensato a quanto desideravo vedere questo posto da bambina: erano i tempi delle Estati a ritmo di Festival Bar ( mi ero sentita un’incredibile sfigata quando per l’esame di quinta elementare non potevo vedere la prima puntata di inaugurazione). Pur non essendoci mai stata fisicamente, Lignano Sabbiadoro mi ha subito fatto tornare in mente la spensieratezza dell’estate da bambina, delle serate passate a giocare fino a tardi, dei libri delle vacanze, delle corse in biciclette con gli altri bambini, degli 883. Sono andata a dormire canticchiando proprio una loro canzone

me la caverò
proprio come ho sempre fatto
con le gambe ammortizzando il botto
poi mi rialzerò
ammaccato non distrutto
basterà una settimana a letto
poi verrà da se
ci sarà anche qualche sera in cui usciranno lacrime
ci sarà anche qualche sera in cui starò per cedere
ma poi piano piano tutto passerà
senza accorgermene tutto passerà

E poi è subito mattina. L’entusiasmo, la gioia, la contentezza c’erano anche loro quella mattina. Saluti di rito e poi tutti a prendere le fat sand bike, alias le biciclette utili per pedalare in spiaggia. A Lignano è molto di moda questo sport ma non è possibile farlo sempre: è possibile pedalare in spiaggia dalla prime ore del mattino fino alle 9. Noi alle 7.30 eravamo già in sella.

Friariella Fat Sand Bike LIgnano

Friariella Fat Sand Bike a Lignano

Ci sono anche io nella foto, ma non ci sono alla fine della passeggiata perché dopo le istruzioni e le raccomandazioni di Kevin, l’istruttore, io sono caduta.

Sì sono caduta, da sola, con la faccia a terra nella sabbia e sono rimasta lì, ferma immobile come una comparsa di CSI. 

E vi dirò di più: per alcuni minuti sono rimasta da sola perché tutti pensavano che io, come al solito, scherzassi.

Una caduta banale, così banale, che nel cadere non ho emesso neanche uno stupido grido come da copione. Niente. Solo io distesa a faccia a terra immobile.

Come è successo? Stavo entrando in spiaggia e per scansare una sdraio ho perso l’equilibrio e sono caduta sulla sabbia sul fianco sinistro. Ho provato subito a rialzarmi ( sono abbastanza maldestra e sbadata che spesso mi capita di inciampare o cadere), ma il mio collo non ne ha voluto sapere. Mi sono chiusa in un mutismo che non mi appartiene per non fare impressionare i miei compagni che hanno subito chiamato il 118.

Non stavo benissimo quando sono arrivati i soccorsi e mi hanno imbacuccata come un salame e messo in autoambulanza tra gli sguardi della folla che ormai si era riunita intorno a me, come se tutta Lignano non avesse niente di meglio da fare alle 8 del mattino ( una tazzina di caffè ed un cornetto, no eh?).

Ad accogliermi al primo centro di pronto soccorso una giovane dottoressa: ho riconosciuto subito l’accento e le ho detto “Anche lei di Bolzano centro come me vero?” “Eh sì. Sono di Crispano” ” Io di Napoli, del quartiere Ponticelli”. Mi hanno fatto subito fatto i primi controlli, mi hanno pulito dai chili di sabbia che avevo addosso, mi hanno fatto i prelievi senza che me ne accorgessi ( ho le vene molto sottili). Qualcosa però è andato storto e da questo primo centro sono stata portata in un altro Ospedale. Gli operatori mi hanno rassicurato dicendomi che era solo per stare tranquilli e che era tutto a posto: io ho sorriso e ho fatto finta di crederci, guardando il braccialetto codice giallo che mi avevano messo. Ho chiuso gli occhi quando sono risalita in autoambulanza e ho cercato di farmi cullare dal suono della sirena “L’accendiamo solo per fare prima” hanno tentato di farmi credere ed io ho riso, come a dire “Devo ancora far finta di crederci?”.

Sono entrata che erano le 10 e sono uscita che erano le 15, per un totale di tre tac, un’ecografia e mille mila minuti passati da sola in barella a comunicare con gli atri Hubber di Bluewago tramite il mio cellulare. Il risultato è che, sì sono caduta e che quindi avrò ancora per qualche giorno dolori al collo, ma ho scoperto un’altra cosa un bel po’ più importante: diciamo che essendo stata “fortunata” a cadere, ho scoperto di avere un piccolo problemino e che a breve dovrò essere operata. Niente di maligno malignissimo, ma solo una cosa risolvibile, ma di cui me la sto facendo sotto lo stesso.

Uscita dall’ospedale c’era Valentina di Bluewago ad aspettarmi, siamo andate a mangiare e poi a fare l’idromassaggio, come se non fosse successo niente.

Ho scritto questo post perché

Le conclusioni di questa esperienza sono varie. Ho scritto questo post per molti motivi. La cosa che mi ha sorpreso di più è la quantità di messaggi che mi sono arrivati dopo la caduta in cui mi si chiedeva come stavo: vi abbraccerei ad uno ad uno, solo per il pensiero che avete avuto.

Questo post l’ho scritto anche per dimostrare come molto spesso ci si lamenta della sanità italiana: in entrambi gli ospedali ho incontrato medici, infermieri ed operatori fantastici che hanno fatto per me tutto quello che potevano fare, capendo esattamente il mio stato di agitazione e le mie preoccupazioni. Un post che vuole essere un ringraziamento a tutto lo staff di Bluewago e nello specifico a Valentina e Tiziana che mi sono state vicino mentre ero in ospedale, a Nicola D’Avanzo che mi ha scritto per assicurarsi che stessi bene. Un ringraziamento a tutti i miei compagni di viaggio che mi hanno caricato in autoambulanza, che mi hanno scritto tanti messaggi e che si sono dimostrati premurosi e gentili con me.

Ho scritto questo post anche per dirvi che Fat Sand Bike non è pericolosa, anzi è molto meglio di andare in bici perché, nella peggiore delle ipotesi, alla fine si cade sulla sabbia.

E poi ho scritto questo post quasi per ringraziare ancora una volta il destino: pensiamo sempre di avere chiaro il nostro percorso, di avere il potere su tutto, di poter decidere tutto. Non ci dovevo essere quel weekend a Lignano Sabbiadoro: ero in forse fino alla fine, ma poi ci sono andata. Sono sempre più convinta che niente accade per caso, che tutto ha un senso. E forse è stata proprio una fortuna fare fat sand bike a Lignano.

 

About friariella

Travel blogger per caso, Napoletana per scelta. Sono un'intalliatrice agonistica e campionessa mondiale di aperitivi e bis. Mi piace viaggiare low cost, amo la buona musica e di ogni festa divento il giullare.