Non c’è niente di costante tranne il cambiamento
Non so se capita anche voi: ci sono momenti in cui nella testa c’è solo un cantante a dare ritmo alle giornate. Adesso per me è Cristina Donà e non è la prima volta: l’avevo scoperta negli anni dell’Università e l’ho ascoltata fino allo sfinimento in Erasmus a Barcellona. Non c’è un angolo di quella città che non mi ricordi un pezzo di una sua canzone.
Sono ritornata dalle vacanze. Non scrivevo su questo blog da tempo. Non ho avuto il tempo di metabolizzare tutto quello che mi è successo negli ultimi quindici giorni di luglio. Chi mi conosce ormai sa che sono sempre pronta al cambiamento. Qualcuno addirittura cerca di bacchettarmi dicendo che vivo una vita troppo irregolare. Eppure io sono felice così.
Dicevo, nella mia mente suona sempre Cristina Donà come quando vivevo a Barcellona, il periodo più bello della mia vita: non riesco a distogliere la testa dai miei pensieri che proseguo dritta sorseggiando un suo verso, tra un sospiro ed un respiro. Non riesco a stare lontana dai cambi, o forse no: un tizio che ho conosciuto qualche anno fa era solito ripetermi la frase “Non c’è niente di costante tranne il cambiamento” ed io che pensavo che si atteggiasse un po’ troppo a filosofo consumato.
Adesso fermiamoci un attimo: c’è qualcosa di stantio nella vostra vita? C’è qualcosa di fermo, stabile e chiuso in un blocco di marmo? No, neanche noi stessi lo siamo se pensiamo che semplicemente respirando descriviamo un’azione. Forse a volte dovremo ricordarci proprio questo: non c’è niente che sia per sempre, come recita Manuel Agnelli in una canzone del mio album preferito.
Forse io mi sono un po’ arresa e aspetto sempre il cambiamento a braccia aperte. Ho capito che bisogna anche un po’ lasciarsi guidare dagli eventi, perché forse, è il nostro destino a guidarci sulla strada giusta. A 28 anni ho iniziato a pensare che bisogna accettarsi per quel che si è: ho passato gli ultimi 3 anni a colpevolizzarmi perché sono una persona ambiziosa, perché ho tanta voglia di crescere sul piano lavorativo, perché ho sete di scoprire e ancora tanta voglia di studiare. Ma come faccio a fare una colpa se sono fatta così? Perché ci dobbiamo sentire sbagliati di essere noi stessi?
Dopo una serie di tentativi andati a male nel cercare di essere qualcuno che non ero io, mi sono data tregua: eccomi qua, sono ritornata a sorridere e vi assicuro che tutto è andato più o meno in discesa. Ho accettato che alla fine, per quanto mi sforzassi, non potevo non essere che me stessa. Ho visto come è cambiato l’atteggiamento rispetto alla vita: ho iniziato a sorridere di più, a piangere di meno, a spendere il tempo facendo cose che piacciono a me, ad ascoltare la musica e a cantare a squarciagola, a chiamare le mie amiche a notte fonda solo per dire ” Ti voglio bene”, a non dire no ad una birra con una sigaretta.
E adesso che sto per lasciare Reggio Emilia per un nuovo lavoro, nonostante le gambe che tremano, mi ripeto che ho sempre me.

About friariella
Travel blogger per caso, Napoletana per scelta. Sono un'intalliatrice agonistica e campionessa mondiale di aperitivi e bis. Mi piace viaggiare low cost, amo la buona musica e di ogni festa divento il giullare.