Ho imparato a dire buongiorno
Vivere in una grande città ti rende solo: passeggi indifferente tra la gente, nessuno sa chi sei, nessuno sa come ti chiami e ti districhi tra le cose di ogni giorno giocando tra le tue mille identità.
Ci pensi mai a chi vorresti non essere? A chi ambisci a essere? O a chi semplicemente sei?
Ogni città ha le sue maschere, i suoi dei e le sue alchimie. Mi sono sempre promessa di capirle, mi sono sempre giurata di farle mie, mi sono sempre imposta di andarle a prendere e portarle a casa da me, senza esitazioni, senza esagerare per accordare i miei orologi al loro ritmo.

Friariella Torno a Casa a Piedi
C’ero anche io in quel indefinibile susseguirsi di finestre a cielo aperto su quelle città. C’eravamo solo noi a capire se in una stanza buia avremo dato fuoco a questo nostro futuro. Non so se alla fine tutto quello avrebbe avuto un senso, ma io mi ci sono immaginata a parlare con quel nuovo accento.
Ho sempre pensato che vivere in una grande città avrebbe dato un senso compiuto alle mie abitudini.
Ho sempre pensato che vivere in una grande città avrebbe dato un tono rassicurante alle mie risposte.
Ho sempre pensato che vivere in una grande città avrebbe assottigliato le distanze da Napoli, dalla mia casa.
Non avevo capito niente.
Non avevo capito che al di là della gente, di quel muro di vite, da quel insieme indefinito di storie c’era una realtà in disuso. Non avevo capito che poi alla fine c’ero solo io e niente di più. Non avevo capito che la mia solitudine scalciava dentro come un bambino pronto a nascere. La verità è che quando perdi più di due ore della tua vita per andare a lavoro, quando lasci che il traffico succhi via la tua energia, quando imprechi il mondo intero dietro ad un semaforo, ad una fila improponibile di persone, hai appena firmato la tua condanna a vita.
Non sai come si chiama la tua vicina. Non sai chi vive al piano di sopra. Non sai di che colore sono i fiori che hai messo sul davanzale. E perché? Perché non c’è tempo. Non c’è tempo per vivere, non c’è tempo di capire, annusare, respirare, piangere e capire. Hai solo fretta: fretta di fare tutto in fretta, senza avere tempo di avere tempo. Non ci sei più tu ma solo la fretta.
Da quando vivo a Biella la mattina a lavoro ci vado a piedi: attraverso il quartiere con venti minuti di passeggiata e mi godo tutto. Mi guardo il ristorante chiuso alle nove del mattino, l’odore del pastificio che sforna dolcetti senza pietà, le cassette impilate una sull’altra dal fruttivendolo, i vecchietti al bar che sorseggiano il caffè. Ho imparato a dire buongiorno a tutti: sconosciuti, vicini, passanti, vecchietti, signore e bambini. E dall’altra parte c’è sempre una rassicurante risposta “Buongiorno a lei Signorina! Com’è?” come se ci conoscessimo da tempo, come se il tempo non fosse passato, come se io fossi sempre stata lì e non fossi, per una volta, un paio di gambe che sfreccia distrattamente tra le vie di una città, in cerca di una metro a cui affidare le mie paturnie, sperando che poi alla fine arrivi questa felicità.

About friariella
Travel blogger per caso, Napoletana per scelta. Sono un'intalliatrice agonistica e campionessa mondiale di aperitivi e bis. Mi piace viaggiare low cost, amo la buona musica e di ogni festa divento il giullare.
Mo’ i biellesi più espansivi dei napoletani…
Noi Napoletani siamo inarrivabili a tutti!