Bye Bye Bombay – Tornare a Barcellona
Mi sono ripetuta con la solita zelante insistenza una frase di una canzone degli Afterhours “Bye Bye Bombay”:
«Io non tremo è solo un po’ di me che se va».
Non è la prima volta che vi porto tra i meandri delle mie elucubrazioni musicali: parole, gesti, ricordi fanno pendant tante volte, senza capire effettivamente il motivo o semplicemente di scoprirlo troppo tardi. Tornare a Barcellona dopo due anni e lasciarla ancora una volta tra le lacrime. Sentirsi in colpa della ricerca di un equilibrio stabile su un futuro irraggiungibile. Chiudersi a chiave per non lasciarsi sparire.
Sono questi i sentimenti che sento sotto le mie unghie stasera, quando mi sono accorta di essere tornata in Italia. Ho vissuto questi due giorni in Spagna a cuor leggero, aprendo un varco chiuso a doppia mandata da tantissimi mesi a chi in questo ultimo periodo con tanti piccoli dettagli ha avuto il coraggio di dare un senso alle mie contraddizioni, alle mie inutili paturnie, alle mie risate fuori tempo.
L’amo ancora, come si amano solo i primi amori: in maniera insistente, certosina, impeccabile. Ho amato Barcellona più di ogni altra cosa, ho amato la mia vita lì più dei miei affetti, più dei amanti. Ho giocato a carte con il mio destino e alla fine ha perso lei e non sono ancora sicura che abbia vinto lei.
In questa vita sempre più simile ad una roulette, ho lasciato credere a me stessa che fosse la scelta migliore: ho incantato incubi, ho seviziato sogni, ho imbalsamato aspirazioni. Bastava andar via? Bastava chiudermi alle spalle quel sorso di felicità per una vita più stabile ed equilibrata?
Potrei riportare in auge Manzoni e dire«Ai posteri l’ardua sentenza» ma so che alla fine non avrebbe effetto sui miei sensi di colpa. Non voglio tornare indietro e non posso farlo: lascio sciogliere i miei dubbi tra gli alibi di un destino specifico e speculato all’esistenza di ognuno di noi.
Non resta niente dietro al nostro passato. Posso fare una raccolta di ricordi per potermi proteggere dalle malinconie in deriva dalle angosce del mio presente.
Ho scelto io di lasciarla, non posso pretendere che lei mi perdoni. Si è mostrata a me nei suoi momenti migliori, nelle sue mille ipocrisie, nel suo accento forte, nel suo cuore denso di passione. In questi ultimi due giorni ho respirato a pieni polmoni, quasi a volermi portare sotto le mie viscere un po’ di lei e del suo farmi star bene. Ho dormito poco per potermi riguardare tutto, per lasciarmi emozionare ancora un po’ come se fosse la prima volta, come se fosse il mio primo amore, come se io non l’avessi mai tradita, come se lei fosse sempre lei.
Barcellona è la mia ancora di salvezza, la mia essenza migliore, lo specchio dove mi vedo più bella e più donna. E ancora una volta nel suo giorno migliore, spenta nelle incertezze di questo domani, mi ritrovo a leccarmi le ferite di una nostalgia invadente e di un’identità malferma, sospesa tra ciò che vorrei essere e ciò che avrei voluto essere. Lascio in piedi il ticchettio frenetico delle mie speranze e affido al tempo la risposta a questo dilemma: separate o insieme?

About friariella
Travel blogger per caso, Napoletana per scelta. Sono un'intalliatrice agonistica e campionessa mondiale di aperitivi e bis. Mi piace viaggiare low cost, amo la buona musica e di ogni festa divento il giullare.